INDENNITA’ PER PROFESSIONISTI. L’ultima (?) beffa

di Vincenzo Pollastrini

L’indennità di 600 euro, contrariamente a quanto era stato stabilito, verrà negata a coloro che risultano iscritti anche ad altre forme previdenziali

Molte pratiche, in corso di erogazione, saranno sospese

Diverse casse professionali stanno già richiedendo una nuova autocertificazione

PROFESSIONISTI ISCRITTI ALLE RELATIVE CASSE AUTONOME

A differenza degli iscritti in via esclusiva all’INPS (artigiani, commercianti, agricoli), ai professionisti iscritti alle relative casse l’indennità di 600 euro è stata concessa soltanto al di sotto di determinati limiti di reddito, e in presenza di una serie di condizioni (si vedano le nostre precedenti informative, Indennità per lavoratori autonomi e professionisti – attenzione alle incompatibilità, Indennità per lavoratori autonomi e professionisti – Iscritti a casse previdenziali autonome).

Sono stati esclusi tra l’altro i titolari di pensione, di reddito di cittadinanza, di una serie di altre indennità (collocate nel decreto Cura Italia).

Sono stati esclusi anche coloro che hanno presentato, per il medesimo fine, istanza ad altra forma di previdenza obbligatoria. Giusto: una sola, e non due indennità.

Il bravo professionista a questo punto, effettuati i calcoli necessari per verificare i requisiti reddituali, presenta autocertificazione con richiesta alla propria cassa.

Nottetempo però l’articolo 34 del D.L. 8 aprile 2020, n.23 muta i requisiti.

Il bravo professionista, secondo la nuova norma, deve essere iscritto in via esclusiva alla propria cassa previdenziale. 

Chi pertanto per qualsiasi ragione versa i contributi anche ad altre casse (es. un professionista che sia anche lavoratore dipendente, o paghi la gestione separata INPS in quanto amministratore, o altro), rimane fuori dall’indennità.

Mettiamoci ora nei panni del professionista che versa i contributi alla sua cassa di previdenza e anche al’INPS.

  1. Non ha potuto chiedere l’indennità di 600 euro all’INPS poiché iscritto anche alla sua cassa.
  2. Non può chiedere ora neanche l’indennità alla propria cassa poiché iscritto anche all’INPS.

Dunque, il contribuente che più di tutti contribuisce si ritrova a vagare in una terra di nessuno.

Magra (forse) consolazione: è possibile che vengano invece ricompresi i (prima esclusi) percettori di pensione di invalidità o reversibilità. L’emendamento è in discussione.

Questo ulteriore pasticcio:

– sta costringendo molti professionisti a presentare nuovamente la domanda alle proprie casse (cambia l’autocertificazione);

– sta escludendo molti professionisti prima inclusi.

Siamo convinti che giungerà un rimedio. Sarà sempre, comunque, troppo tardi. 

Meglio tardi che mai.

Anzio, 10 aprile 2020 

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